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Probabilmente non sarà necessario ricordare la prima metà del 2012 se non per la bomba di Brindisi e il cucchiaio di Pirlo a margine di Italia – Inghilterra. Senza escludere che persino questi due eventi ad oggi tanto furiosamente impattanti sulla prosopopea nazional- popolare finiscano presto in cavalleria, superati da chissà quale altra nefandezza di nera a danno di giovani donne, e in attesa che le Olimpiadi di Londra appaghino con nuovi eroismi la nostra sportività da divano.
Con buona dose di revanscismo nei confronti di un vago e tentacolare ordine costituito il sistema dell’arte manda – forse – in archivio la Stagione delle Occupazioni. Continua a leggere →
Per una generazione senza futuro diventa quasi automatico affondare le unghie nel proprio passato, aggrapparsi con commovente e tenace disperazione alla costruzione di un immaginario capace di dare logica ai frammenti della memoria. Sia essa privata, orgogliosamente individuale; oppure comune, drammaticamente collettiva. Seguono percorsi visivi differenti, ma puntano verso lo stesso orizzonte Giovanni Gaggia e Domenico Buzzetti: incantati dalla profondità del mistero unico e irripetibile che è ogni uomo. Continua a leggere →
La retorica post-unitaria si è appropriata con felice – chissà quanto consapevole – intuizione dell’unico codice comunicativo davvero trasversale per questa accozzaglia di genti, lingue e tradizioni che da un secolo e mezzo insistiamo a chiamare Paese. La religione cattolica. A sua volta prodotto sincretico e sintetico di una meravigliosa congerie di riti e miti. Sedimentati nel tempo, stratificati nella prassi e nella Storia.
Eccezionale, dunque, l’azione mimetica che ha traslato l’epopea risorgimentale nel campo del sacro, attraverso l’esaltazione delle cruente reliquie dei martiri della patria. Continua a leggere →